Secondo la teoria della "tettonica a zolle" la crosta terrestre è formata da zolle o placche che sono in continuo e lentissimo reciproco movimento. I movimenti delle zolle provocano notevoli deformazioni negli strati più esterni della terra. I terremoti si verificano quando, a seguito di queste deformazioni, si producono rotture di limitate porzioni della crosta terrestre che costituisce la parte più superficiale della litosfera.
Dal volume di roccia in cui si è avuta la rottura, denominato fuoco, si libera l'energia accumulata durante la deformazione. Una parte di questa energia si propaga sotto forma di onde sismiche. Il fuoco, per semplicità, si assimila ad un punto chiamato ipocentro. La proiezione verticale dell' ipocentro sulla superficie terrestre prende il nome di epicentro.
Quindi i terremoti sono vibrazioni (scosse) naturali del suolo, rapide e violente, provocate dall'improvvisa rottura di un equilibrio interno (scorrimento o rottura delle faglie). Dall'ipocentro si libera un'enorme quantità di energia, che si propaga per onde sferiche attraverso tutta la terra e possono subire variazioni di intensità anche in relazione alla tipologia di terreno attraversato ed alla conformazione del suolo.
Le onde sismiche che si sprigionano sono onde elastiche e quindi non causano un vero e proprio spostamento dei materiali che attraversano, ma solo vibrazioni delle particelle, si dividono in tre tipi:
Onde primarie (P): Dette anche longitudine o di compressione, si originano dall'ipocentro e sono le più veloci. Provocano le cosidette scosse sussultorie.
Onde secondarie (S): Dette anche trasversali o di taglio, si originano dall'ipocentro, sono più lente delle precedenti ma provocano anch'esse scosse sussultorie.
Onde superficiali: Dette anche onde lunghe, si originano dall'epicentro (quindi sulla crosta terrestre), una volta che le primarie e le secondarie sono giunte in superficie e si propagano concentricamente in ogni direzione sulla crosta terrestre. Sono più lente e si smorzano con la distanza (maggiore è la distanza dall'epicentro meno sentiamo il terremoto). Sono responsabili di quelle scosse che chiamimiamo "ondulatorie" perchè provocano oscillazioni orizzontali della crosta e di ciò ad essa collegata (abitazioni, ecc..).
Se l'epicentro si trova sul fondale marino le onde superficiali provocano i cosidetti maremoti o tsunami.
E' prassi misurare l'intensità del terremoto con la cosidetta scala Richter che classifica i sismi in base alla magnitudo ossia all'energia liberata. Altri sistemi di misura tipo il Mercalli tenevano conto più che altro dei danni prodotti dal sisma, quindi meno precise e praticamente non più utilizzate.
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